Fotovoltaico mimetico o BIPV
- CER Val Maremola
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L'energia solare che si nasconde nei centri storici
I centri storici italiani sono un patrimonio inestimabile, ma la loro bellezza si scontra con la necessità di ridurre le emissioni e migliorare l'efficienza energetica. L'installazione di pannelli solari tradizionali non è una soluzione praticabile in questi contesti, a causa dei vincoli paesaggistici e architettonici.
Qui entra in gioco il fotovoltaico mimetico, una soluzione tecnologica all'avanguardia che permette di produrre energia pulita senza alterare l'aspetto degli edifici storici. Queste tecnologie, note anche come BIPV (Building Integrated Photovoltaics), sono progettate per integrarsi perfettamente nell'involucro dell'edificio, diventando parte integrante di facciate e tetti.
La sfida di conciliare innovazione e conservazione
Per anni, l'installazione dei pannelli solari è stata un semplice "aggiungi e sovrapponi". Questo approccio, però, è incompatibile con i requisiti di tutela del nostro patrimonio. Le soluzioni BIPV mimetiche superano questo problema, riproducendo l'aspetto di materiali tradizionali come tegole in laterizio, ardesia, legno o pietra, nascondendo le celle solari all'interno.
Sebbene l'efficienza di questi sistemi sia leggermente inferiore rispetto ai pannelli standard, il loro vero valore sta nella capacità di sbloccare il potenziale energetico di aree che altrimenti rimarrebbero escluse dalla transizione ecologica. In Italia, con circa un terzo degli edifici in aree vincolate, il fotovoltaico mimetico non è una semplice alternativa, ma una necessità strategica.
Tipi di soluzioni BIPV mimetiche e le loro applicazioni
Esistono diverse tipologie di soluzioni BIPV mimetiche, ognuna adatta a specifiche applicazioni:
Tegole fotovoltaiche: Si basano su celle solari incapsulate in supporti ceramici che riproducono fedelmente l'aspetto delle tegole tradizionali.
Moduli vetro-vetro serigrafati: Ideali per facciate e parapetti, possono simulare diverse finiture, come pietra, intonaco o metallo.
Sistemi a film sottile (OPV): Flessibili e trasparenti, sono perfetti per superfici come pensiline e lucernari, offrendo nuove opportunità di design.
Moduli opachi colorati: Si integrano nei rivestimenti degli edifici, contribuendo alla produzione di energia senza alterarne la composizione estetica.
Progettazione e iter autorizzativo: un approccio specialistico
Realizzare un impianto BIPV mimetico richiede un processo di progettazione avanzato e multidisciplinare, che unisce competenze architettoniche, ingegneristiche e normative. L'obiettivo è dimostrare alle autorità competenti che l'intervento non ha un impatto visivo.
Il processo si articola in diverse fasi:
Modellazione 3D: Si parte da un rilievo accurato dell'edificio per creare un modello tridimensionale, che permette una pianificazione precisa.
Analisi energetica: Vengono analizzati l'irraggiamento e l'ombreggiamento per selezionare la tecnologia BIPV più adatta.
Simulazione fotorealistica: Si creano rendering e mock-up virtuali o fisici per mostrare l'assenza di impatto visivo. Questa fase è cruciale per ottenere le autorizzazioni.
L'installazione è soggetta a autorizzazione paesaggistica e a normative specifiche che regolano prestazioni e sicurezza. Un'accurata documentazione e la capacità di dimostrare il mimetismo dell'intervento aumentano notevolmente le probabilità di approvazione.
In definitiva, il fotovoltaico mimetico rappresenta la fusione perfetta tra passato e futuro, offrendo una via concreta per rendere i nostri centri storici più sostenibili, preservandone la bellezza.
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